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venerdì 4 luglio 2008

G8, "ALLA DIAZ E' STATO UN MASSACRO"

GENOVA - Manganelli Tonfa impugnati al contrario per picchiare più forte, calci, pugni e capigliature tagliate esibite come trofei, mobilia e sedie spaccate addosso: è il quadro del "massacro" della polizia sui no global nella scuola Diaz, durante il G8, dipinto oggi dal pm Francesco Cardona Albini nel corso della requisitoria. Nel processo sono imputati 29 poliziotti tra alti dirigenti, funzionari e capisquadra e 98 sono le parti lese. Le accuse sono a vario titolo violenza privata, lesioni gravi, abuso d'ufficio falso, calunnia, porto abusivo di armi da guerra. Al "massacro" - secondo il pm - assistevano indifferenti, come hanno evidenziato testimonianze e filmati, dirigenti e funzionari di polizia in borghese che stavano a guardare o giravano la testa dall'altra parte. "Il primo poliziotto ad entrare nella scuola - ha ricostruito il pm - è stato un agente del I Reparto Mobile di Roma, ai comandi di Vincenzo Canterini, seguito da altri colleghi anche in borghese". "Dentro la palestra - ha proseguito - c'erano cittadini turchi, statunitensi e 11 spagnoli, dentro ai sacchi a pelo per dormire. Alla vista dei poliziotti si misero in ginocchio invocando la non violenza. Come risposta sono stati colpiti con sedie e mobilia e poi presi a manganellate". "In pochi minuti - ha sottolineato il pm - la scena si trasformò in un feroce pestaggio da parte dei poliziotti travisati da caschi e da bandane". Nel pentimento tardivo di Michelangelo Fournier, vice di Canterini, lascia inorriditi la dichiarazione spontanea nella quale definì l'irruzione una "macelleria messicana".C'é stato da parte della polizia un' irruzione a freddo, decisa a tavolino".Cardona Albini ha anche confutato le dichiarazioni rese il 3 agosto 2001 dal prefetto Arnaldo La Barbera (morto durante le indagini preliminari),a sua volta indagato, il quale sostenne di essersi messo il casco per ripararsi dal lancio di pietre e oggetti gettati dalle finestre della scuola. "Da filmati in nostro possesso si vede La Barbera davanti alla scuola senza casco e nessun lancio di oggetti". Davanti alla scuola erano inoltre presenti Francesco Gratteri e Giovanni Luperi, all' epoca rispettivamente direttore dello Sco e vice direttore dell' Ucigos, a loro volta imputati nel processo, oggi ai vertici dell' Antiterrorismo e dei servizi segreti. Il pm ha ribadito di aver incontrato lungo le indagini dei veri e propri "ostacoli" a causa dell'omertà degli imputati e della polizia che non ha reso noto neppure i nomi di chi partecipò all'irruzione. "Ad oggi - ha concluso il pm - non sappiamo neppure in quanti vi parteciparono". La requisitoria, che si concluderà il 10 con le richieste di condanna

fonte ansa del 04.07.08-22.47

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